Il 20 aprile scorso il quotidiano tedesco Die Welt, oltre ad altre testate, hanno riportato la notizia che un giudice del Tribunale di Bernau, piccola città a pochi chilometri da Berlino, ha bloccato due processi per  possesso di #cannabis e ha inviato una questione di costituzionalità di ben 160 pagine. Pare che la Grosse Koalition non stia affrontando il tema. Si tratta di casi di lieve entità che però, spesso, riguardano moltissime persone. In Italia, le Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza del dicembre scorso, depositata il 16 aprile 2020, hanno affermato il seguente principio di diritto: «il reato di coltivazione di stupefacenti è configurabile indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza, essendo sufficienti la conformità della pianta al tipo botanico previsto e la sua attitudine, anche per le modalità di coltivazione, a giungere a maturazione e a produrre sostanza stupefacente; devono però ritenersi escluse, in quanto non riconducibili all’ambito di applicazione

della norma penale, le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica, che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore». In buona sostanza coltivare in casa per uso personale non dovrebbe essere più un reato penale. Il 20 aprile 2020 è iniziata la campagna social #IoColtivo, sostenuta anche dall’Associazione Luca Coscioni @ass_coscioni, con lo scopo di sollecitare la politica ad occuparsi della situazione legiferando in materia. Secondo voi è giusto legalizzare, regolamentare? Lo scrittore Roberto Saviano afferma che legalizzando la #cannabis verrebbero indebolite le mafie sottraendo loro capitali importanti. In Italia le vittime del tabacco sono stimate sulle 80mila all’anno. Le vittime dell’alcol 40mila. E invece non c’è una sola vittima causata da droghe leggere. Il Portogallo nel 2001 ha depenalizzato la cannabis e lì in 15 anni è diminuito il consumo. L’Uruguay nel 2013 e il Colorado nel 2014 hanno legalizzato il commercio a scopo ricreativo: anche lì il consumo è diminuito invece di aumentare. Indipendentemente da come ognuno di noi la possa pensare, i numeri sono inconfutabili. Forse è giunto forse il momento in cui anche l’Italia affronti il tema.