l bassista del Grup Yorum, il popolare gruppo musicale turco – noto in Italia soprattutto per la sua splendida esecuzione davanti a una folla oceanica di Bella Ciao – è arrivato oltre il limite di ogni umana possibilità di resistenza. Ha incredibilmente trovato la forza di scrivere ancora una lettera a l’Humanite, che l’ha pubblicata domenica scorsa. Ibrahim ha il diritto e sente il dovere di farlo, per questo le sue parole devono arrivare ovunque sia possibile, perché quello che si sta consumando in questo mese in Turchia, all’ombra della pandemia, è un atto di barbarie. Un atto che può lasciare esterrefatto solo chi abbia scarsa dimestichezza con la conoscenza dei livelli raggiunti dalla repressione del regime di Erdogan. Quel regime accusa tutto il Grup Yorum di “terrorismo” ma le note e le parole di Ibrahim hanno un altro profumo, quello inconfondibile di un uomo che usa il corpo come uno strumento per esprimere un disperato desiderio di libertà. Leggi di più sul blog del Barbieri