30 aprile 2020, piove, piove a dirotto. La primavera tarda ad arrivare come i sorrisi interrotti da quel fatidico 8 marzo 2020. Quel giorno il #Covid19 entrò prepotentemente nelle nostre vite, struggendoci l’anima e stravolgendo le nostre piccole certezze, affetti ed abitudini. #Covid19 non è solo un nemico invisibile, ma un assassino efferato, senza scrupoli e coscienza, che si nutre di corpi, sentimenti, relazioni, vite e tempo di ognuno di noi. Col suo modus operandi è riuscito ad entrare violentemente nei nostri pensieri e rendere meccanica ogni tipo di paura, ogni nostro comportamento, oltre ad alimentare fantasie distruttive e sospetti. Questo orco, non ho altri aggettivi per definirlo, ci ha rubato il tempo, sopratutto agli adolescenti. I ragazzini vivono un tempo che non è dato sapere cosa realmente provano. Le loro relazioni si esauriscono nel mondo del web. Vivono relazioni a distanza, vedono volti lontani e ascoltano voci meccaniche da una linea telefonica! Loro, la nostra nuova generazione, vivono una vita sospesa, priva di ogni contatto fisico, di qualsiasi espressione e solo Dio sa quanto è fondamentale a questa età, a 15 anni come mio figlio, rotolarsi nel fango, tuffarsi nel lago, in un fiume o al mare con la solita combriccola di amici. Mio figlio ha un grande desiderio: montare la tenda d’alta quota e spassarsela in cima a una montagna, ovviamente non così in cima e sempre sotto l’occhio vigile dei genitori. Spesso mio figlio suscita in me sentimenti compassionevoli e domande che, forse , mai avranno una risposta! Io alla sua età cosa avrei fatto? Come mi sarei sentita? Quali emozioni mi avrebbero investito? Ogni giorno, specie la sera, parlo con lui. L’argomento sulla privazione della libertà tende evitarlo e così anche il tema #Covid19. Lui sa bene di cosa si tratta ed evita i discorsi gettandosi su altri apparentemente futili, ma che nascondono tra le righe la sofferenza di un tempo perduto, amicizie tenute in vita tramite WhatsApp e Instagram senza stringersi la mano o dare un bacio alla fidanzatina di turno. Cazzo, #Covid19 li ha privati anche di questo! Bastardo! Tutto ciò non è giusto, non è umano e chissà quali segni lascerai nella loro anima! #Covid19 ti odio con tutte le mie forze. Mio figlio non lo dovevi toccare, non dovevi nuocere a chi avrebbe voluto vivere la sua vita nel pieno delle sue forze ed ormoni. Essere genitori è difficile, specie quando ti sentì disarmato. La mia forza è Leonardo, mio figlio, ma la sua? Spesso mi chiedo dove trovi i sorrisi, la voglia di affrontare il mondo, i problemi, i pericoli, ma forse l’essere giovani ti porta a lottare e credere in un mondo migliore…

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