Sono come un riccio. Mi chiudo come lui per proteggermi. Un riccio immerso in un paese fantasma, svuotato da tutto e tutti.
Quello che sta succedendo è il frutto di quello che siamo noi. L’epidemia in atto ci riflette.
Penso sia l’inizio di qualcosa di più brutto che deve ancora arrivare.
Tutto quello che stiamo vivendo è un semplice avvertimento e come decideremo di gestirlo ci dirà come andrà a finire.
Stiamo scherzando con il fuoco.
Vengo dal carcere e per me qui è come stare in un castello e io ne sono il re. Sono libero di girare.
Non ho persone care all’esterno, per fortuna o purtroppo, a cui pensare. Riesco a vivere bene dentro la protezione di questo castelletto.
Passerà? Sì, ma non dimentichiamoci che se non gestiremo bene questa situazione potrà arrivare qualcosa di peggiore.