Lo storico leader radicale, scomparso nel maggio del 2016, domani compirebbe 90 anni, novanta firmatari lo ricordano.
Buon compleanno, Marco.
Chissà se hai notizie di quello che accade qui da noi. Magari sì, capace come pochi di “vedere”, là dove un po’ tutti guardano; di prestare attenzione ai “segni” rivelatori e anticipatori, di ascoltare e non semplicemente sentire; di dire e non solo parlare. In tanti dicono che si combatte una guerra. Guerra globale, più terribile di quella che si poteva immaginare, perché non esiste un nemico appartenente al nostro genere. Tu parole come “guerra” e “nemico”, le detesti. Per te non ci sono “nemici” da combattere, perché troppe cose anche con loro si possono e si devono fare; semmai sono avversari e la vera vittoria consiste nel voler “con/vincerli”. Hai dato e insegnato a dare corpo a quel “Spes contra spem”, che hai mutuato da Paolo di Tarso: quel suo passaggio della “Lettera ai Romani” dove si riferisce all’incrollabile fede del profeta Abramo: “Ebbe fede sperando contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto…”. Curioso che tu, il vieto anticlericale, come venivi definito, il laico per eccellenza, seguace e figlio di quell’Italia che si snoda da Felice Cavallotti a Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Mario Pannunzio… proprio tu coltivassi straordinarie amicizie con personaggi il cui pensiero e la cui azione è un tutt’uno con un sentimento e una fede di credente. Del resto, non ti stanchi mai di citare Benedetto Croce, il suo “Perché non possiamo non dirci cristiani”… Quante volte hai evocato, assieme a Giordano Bruno, don Romolo Murri; ne discutevi con il “cinico” Giulio Andreotti, grato per quel suo libretto: “I quattro del Gesù, storia di un’eresia”; e ti riconoscevi nel cristiano socialista abruzzese lui pure Ignazio Silone, nei suoi “cafoni”. Almeno una volta l’anno partivi dalla breccia di Porta Pia, simbolo dello Stato laico; per confluire nella piazza San Pietro, simbolo della cristianità: a ricevere il “saluto” di quel Karol Wojtyla che eletto Pontefice salutasti: “Dio ce l’ha dato, guai chi ce lo tocca”. Vi siete “ri/conosciuti”, quando entrambi siete insorti contro lo sterminio per fame nel mondo. Ti si guardava increduli, ci vedevi stupiti. Eppure quando di getto, su una bustina di sigarette buttasti giù quell’appello contro la nuova, quotidiana Shoah, te lo trovasti accanto, quel Pontefice; e accorsero centinaia di premi Nobel superando diffidenze, ostilità, rivalità, fedi, differenti credi. Ti annoieresti tu per primo, se ti elencassimo i tanti diritti di cui, grazie a te, beneficiamo. Certo: significa qualcosa se di volta in volta ti sei trovato accanto Norberto Bobbio e Adriano Buzzati Traverso, Guido Calogero e Elena Croce, Bruno De Finetti e Loris Fortuna, Eugène Ionesco e Lelio Luttazzi , Domenico Modugno e Eugenio Montale, Indro Montanelli e Pier Paolo Pasolini, Leonid Pliusc e Leonardo Sciascia, Ignazio Silone e Altiero Spinelli, Enzo Tortora e Elio Vittorini… L’Italia, gli italiani cui vuoi bene e che te ne vuole: quella di Argentina Marchei, e di Felice Braibanti, di suor Marisa Galli; di don Marco Bisceglie, di Luca Coscioni e di Piergiorgio Welby. L’Italia dolente e sofferente. Come hai scritto, una volta? “…Amo speranze antiche, come la donna e l’uomo; ideali politici vecchi quanto il secolo dei lumi, la rivoluzione borghese, i canti anarchici e il pensiero della Destra storica… Credo alla parola che si ascolta e che si dice, ai racconti che ci si fa in cucina, a letto, per le strade, al lavoro, quando si vuol essere onesti ed essere davvero capiti…credo sopra ad ogni altra cosa al dialogo…”. Hai insegnato e mostrato che il “dialogo” è possibile. Tu e pochi altri avete indicato una strada, un percorso; un obiettivo: gli Stati Uniti d’Europa: la Grande Patria Europea, mai come in questo tempo, da opporre alle sempre insorgenti, miopi, sciagurate tentazioni di un’Europa delle Piccole Patrie. Una prima tappa, prima di arrivare a quella “Costituzione per il Mondo” su cui nel 1948 cominciarono a lavorare Giuseppe Antonio Borgese, uno dei tredici professori universitari che non giurarono fedeltà al fascismo, assieme a Piero Calamandrei, Thomas Mann e dieci studiosi e luminari del diritto americani. Fin da allora avevano colto il nocciolo della questione: (…) Non è una esagerazione il supporre che la presente Costituzione possa fornire sagome e capisaldi di studio, e istigare a ulteriori discussioni del problema del Governo Mondiale…Fuor da quadro di tal problema generale è impossibile, non che risolvere, neppure tentar di risolvere i singoli problemi che travagliano il nostro tempo. Hai pazientemente spiegato: “Dove il diritto alla vita non ha forza con gente che possa garantirlo, i diritti di coscienza, i diritti religiosi, di sviluppo, di pensiero, diventano sovrastruttura astratta, priva di coerenza e di forza teorica e pratica. Il disordine internazionale è imposto e alimentato dagli interventismi giuridici statalistici, da regimi proibizionistici che conferiscono essi stessi forza tremenda e incontrollabile ai fenomeni che pretendono di vietare”. Avevi compreso come sia necessario “agire con efficacia e forgiare strumenti che la consentano. C’è forse una nuove epopea da rappresentare, nuovi orizzonti da tentare, nuove migrazioni, nuovi western, nuove fedeltà da affermare. Esiste una possibile salvezza, ma dobbiamo sapere che i nuovi «pascoli del cielo» saranno esplorati soprattutto nelle coscienze e nelle opere. Di questo nuovo esistono alcuni segmenti, e questi segmenti sono destinati a essere spazzati via, o a essere assunti, trasformati, potenziati da altri…”. Siamo consapevoli che si tratta di “imprese” più difficili di sempre. C’è chi ci ricorda come la pandemia da immunodeficienza acquisita HIV- AIDS, apparsa nel 1981, ha provocato milioni di morti; ancora nel solo 2018 si contavano 770.000 morti e 1,7 milioni di nuovi contagiati per un totale di 37,9 milioni di persone che vivevano con l’infezione per la quale non cè ancora un vaccino. L’infezione da c
coronavirus è ben altra cosa, per come avviene il contagio e la virulenza del virus. Una pandemia ampiamente annunciata: non come possibile ma come certa, solo che non si sapeva quando sarebbe esplosa; sappiamo che ce ne saranno altre. Caro Marco, hai saputo analizzare la realtà, prevedere disastri puntualmente avvenuti, elaborato proposte per prevenirli. Ricordare che lavevi detto, non è sterile rimpianto di un passato passato, ma premessa necessaria per immaginare un diverso futuro. Le proposte di “ieri”, sono valide ancora “oggi”. Hai avuto l’enorme merito di individuare: la lotta per istituzioni edificate sullo Stato di diritto laico, democratico, federalista, e quindi fondate sul diritto alla conoscenza: uniche alternative alle forme più estreme totalitarie, autoritarie e militariste, e a quelle più moderate, che oggi incarnate, per restare in Europa, nelle politiche degli oligarchi polacchi e ungheresi. La questione dei diritti umani o è posta in termini di diritti universali, che valgono per tutte le persone ovunque si trovino (e quindi il dovere di “ingerenza” nonviolenta nei confronti di chi quei diritti viola), o non è. Il coronavirus è la cartina di tornasole di un mondo che si sviluppa sulla base di scelte politiche determinate da una certa finanza e non da chi è titolare della rappresentanza politica. Già nel 1979 denunciavi che le decine di milioni sterminate dalla morte per fame, più che dalla penuria di alimenti erano la conseguenza e il risultato di un vero e proprio disordine economico internazionale. Un disordine che continua a sconvolgere la vita del pianeta. Diventa quasi ridicolo oggi dover riformulare l’appello: “Stati Uniti d’Europa, adesso!”. Lo diventa perché non c’è uomo di Stato, di Governo, dirigente politico che tragga dall’infezione planetaria che si patisce la prima, vera lezione: i grandi problemi non conoscono frontiere, e possono essere risolti solo abbattendole, non costruendone di nuove. È una piccola parte di quello che, in questo tempo, vogliamo dire di te, caro Marco. Per degnamente festeggiare i tuoi 90 anni.
Firmatari della lettera Buon Compleanno, Marco (Una per ogni anno, novanta) Elisa Marincola, portavoce Articolo 21 Maria Antonietta Farina Coscioni, presidente Istituto Luca Coscioni Alessio Falconio, direttore Radio Radicale Giuseppe Giulietti, presidente FNSI Irene Testa, tesoriere Partito Radicale Maurizio Turco, segretario Partito Radicale Mario Baldassarri, economista, presidente del Centro Studi Economia Reale Alessandro Barbano, giornalista Massimo Barra, medico, fondatore di Villa Maraini Francesco Maria Bei, giornalista de La Stampa Fausto Bertinotti, già presidente Camera dei Deputati Luca Bizzarri, attore e conduttore televisivo Laura Boldrini, già presidente Camera dei Deputati Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21 Maurizio Brucchi, già sindaco di Teramo Giovanni Burtone, sindaco di Militello (CT) Edoardo Camurri, scrittore e conduttore televisivo di Punto di svolta su Rai3 Lorenzo Capellini, fotografo Gianni Celata, professore di Economia delle imprese cinematografiche, Università degli Studi RomaTre Michele Cervo, giornalista Francesco Chiamulera, responsabile Una Montagna di libri” Gian Marco Chiocci, direttore AdnKronos Fabrizio Cicchitto, Fondazione «Riformismo e Libertà» (ReL) Roberto Ciufoli, attore e autore Matteo Collura, scrittore e giornalista Luigi Compagna, accademico, già senatore Stefano Corradino, portavoce Articolo 21, giornalista RaiNews24 Bobo Craxi, già parlamentare, membro nuovo PSI Stefania Craxi, senatrice FI (Forza Italia), vicepresidente Commissioni Affari esteri Francesca D’Aloja, attrice e scrittrice Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio Italiano del Movimento Europeo Benedetta De Ghantuz Cubbe Marina De Ghantuz Cubbe, giornalista de La Repubblica Francesco De Leo, direttore de IL CLUB Manoocher Deghati, fotoreporter Guido Del Turco, giornalista TG5 Ida di Benedetto, attrice e produttrice cinema/tv Stefano Disegni, disegnatore e musicista Davide Faraone, senatore, capogruppo IV (Italia Viva) Aldo Ferrara Massari, accademico Università di Siena Nella Ficca Orlando Flavia Fratello, giornalista La7 Tommaso Edoardo Frosini, professore di Diritto costituzionale, Università di Napoli Suor Orsola Benincasa Carlo Fusi, direttore de Il Dubbio Roberto Giachetti, deputato IV (Italia Viva) Massimo Giletti, giornalista e conduttore televisivo Sandro Gozi, parlamentare europeo Fulco Lanchester, costituzionalista Università di Roma La Sapienza Luca Landò, giornalista Angela Lauro, associazione Il Giardino dei Lauri Massimo Lauro, associazione Il Giardino dei Lauri Raffaele Lorusso, giornalista Enzo Maraio, segretario PSI Claudio Martelli, direttore de L’Avanti Guido Melis, professore di Storia delle istituzioni politiche, Università di Roma La Sapienza Sandra Milo, attrice e conduttrice televisiva Michele Mirabella, presentatore e autore televisivo Giuseppe Moles, senatore FI (Forza Italia), docente universitario Marco Mori, direttore di doppiaggio Giampiero Mughini, giornalista, scrittore e opinionista Riccardo Nencini, senatore IV-PSI Alessandra Orlando, giornalista Rai Edoardo Orlando, giornalista Mediaset Antonio Pascale, giornalista e scrittore Oreste Pastorelli, tesoriere PSI Stefania Pezzopane, deputato PD (Partito Democratico) Paolo Portoghesi, architetto, accademico Università di Roma La Sapienza Maura Ragazzoni, direttrice di doppiaggio Niccolò Rinaldi, presidente Liberi Cittadini, già parlamentare europeo Gennaro Sangiuliano, direttore TG2 Luca Sani, già parlamentare Giorgio Santelli, giornalista RaiNews24 Maddalena Santeroni, presidente “Amici Arte Moderna Galleria Nazionale Roma“ Fiamma Satta, giornalista e scrittrice Roberto Secci, giornalista RaiNews24 Mario Sechi, direttore AGI Filippo Sensi, deputato PD (Partito Democratico), giornalista, blogger Nomfup Mirella Serri, saggista e giornalista Paola Severini Melograni, direttrice di Angelipress.com Marino Sinibaldi, direttore Rai Radio3 Vera Slepoj, psicologa e scrittrice Tullio Solenghi, attore e autore Sergio Staino, fumettista e vignettista Anna Testa, giornalista e attrice Salvo Toscano, giornalista e scrittore Marina Valensise, scrittrice Valter Vecellio, giornalista Tg2 Carlo Verdone, attore e regista Vincenzo Vita, giornalista, già parlamentare © 2020 IL NUOVO MANIFESTO SOCIETÀ COOP. EDITRICE