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Fare
accoglienza
L’accoglienza è apertura all’incontro con l’altro, ascolto delle sue ragioni, delle sue visioni di mondo, del suo racconto biografico, molto prima che procedura di ingresso, richiesta di certificazioni, consegna di regolamenti.
Accogliamo persone che ci chiedono aiuto, non le etichette con cui vengono rappresentate. Accogliamo persone fragili e vulnerabili, lacerate e impoverite nelle relazioni familiari e sociali, che hanno cominciato viaggi verso la speranza andando incontro a esperienze disperanti, che attorno a loro non hanno trovato risorse sufficienti o adatte per assaporare una condizione accettabile di benessere esistenziale. Accogliamo persone a cui è offerta la possibilità di entrare in una casa, in un gruppo, in se stesse e in relazione con il nostro mondo. Per accogliere ci mettiamo in gioco anche noi, rispetto al supremo buon costume dell’ospitalità, affinché non rimanga solo un “buon costume”. Per questo attribuiamo a queste persone la qualifica di ospiti e non di utenti, aiutandole a essere partecipi, libere e responsabili. Accogliamo persone per conoscerle prima ancora che valutarle, esplorarne le risorse e non solo i limiti, affiancarle e accompagnarle nella condivisione di progetti personali e sociali realistici, sulla base di criteri personalizzati, non arbitrari e neppure evanescenti. Accogliamo persone che vogliono e possono essere inserite, anche al nostro interno, in territori ospitali e non nemici, contribuendo a cambiare il mondo.